Mindfulness

Dott.ssa Silvia Caramel

Cosa si intende con la parola mindfulness?

E’ una parola inglese che vuol dire consapevolezza ma in un senso particolare. Non e’ facile descriverlo a parole perché si riferisce prima di tutto a un’esperienza diretta. Tra le possibili descrizioni e’ diventata “classica” quella di Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri di questo approccio. “Mindfulness significa prestare attenzione, ma in un modo particolare:a) con intenzione, b) al momento presente, c) in modo non giudicante”. Si puo’ descriverla anche come di un modo per coltivare una piu’ piena presenza all’esperienza del momento, al qui e ora.

Che relazione ha la mindfulness con la meditazione?

In effetti l’approccio della mindfulness deriva ed e’ basato sulla meditazione di consapevolezza – una delle principali tradizione meditative del buddhismo classico – e consiste proprio nel proporre un livello introduttivo, iniziale di pratica di meditazione che sia adeguato e adatto a contesti quotidiani, all’esperienza di vita normale che sperimentiamo tutti i giorni. In sintesi un approccio che possa aiutarci a metterci in una diversa relazione col disagio, che prima o dopo, in un modo o nell’altro, tutti sperimentiamo.

 

Cosa non e’ la mindfulness (e con cosa rischia spesso di venire scambiata…)?

Non e’ una tecnica di rilassamento. Non e’ un modo per entrare in qualche forma di trance, né per svuotare la mente e raggiungere il “vuoto”. Non e’ una
modalita’ per garantirsi un facile benessere psicofisico (che non esiste…). Non e’ una sorta di “spa emozionale”. Non e’ una forma di “buonismo” che ci spinge ad accettare tutto, ad accogliere acriticamente quello che ci accade, ad essere passivi nel nome dell’“accettazione”.

 

Cos’e’ l’approccio della mindfulness?

E’ un atto che parte dall’attenzione e dal modo in cui la usiamo ed e’ talmente semplice che questa stessa semplicita’ ne rappresenta la vera difficolta’. Noi facciamo molta fatica ad essere semplici. Da un lato, una capacita’ progressiva di maggiore presenza al qui e ora ci apre a esperienze inaspettate, alla ricchezza del momento presente, alla pienezza del vivere. Dall’altro, la pienezza dell’esperienza comprende necessariamente anche il suo lato “negativo”: il disagio, la sofferenza, il dolore. E qui si gioca uno degli aspetti piu’ interessanti di questo approccio che ci chiede e ci insegna a non respingere e a non negare questa dimensione ma a farne motivo di crescita e persino di creativita’. Questo e’ l’aspetto cui si riferisce la parola “accettazione/accoglienza”.

 

Mindfulness e psicoterapia

Il lato negativo della vita non possiamo evitarlo e allora la prospettiva della consapevolezza (mindfulness) ci offre una possibilita’ a prima vista strana, contro intuitiva, forse assurda: entrare in relazione piu’ diretta con il disagio e la sofferenza, imparare a rivolgere piena attenzione, a fare spazio anche a quello che non ci piace, che non vorremmo o che ci fa soffrire. In questo senso e’ un lavoro “contro natura”, un andare “controcorrente”, perche’ la tendenza automatica, istintiva che abbiamo e’ fare esattamente l’opposto. Ma se lo sperimentiamo, allora possiamo scoprire che in questa “mossa”
apparentemente incomprensibile troviamo una possibilita’ sorprendente di fare spazio, di lasciar essere e quindi di essere meno condizionati, meno oppressi anche dalle condizioni che ci portano disagio. E, paradossalmente, facendo questo ci mettiamo nelle migliori condizioni possibili per trovare, quando ci sono, le vie e i modi piu’ efficaci per gestire o risolvere le cause di sofferenza. A volte anche attingendo a intuizione creative.

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